Categoria: News Fai | 05-06-2018
Dopo un confronto durato 5 mesi Confagricoltura, Coldiretti e Cia hanno abbandonato il tavolo per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale; rifiutano di accogliere la gran parte delle richieste contenute nella piattaforma unitaria e chiedono di cancellare l’orario di lavoro giornaliero, prevedere un salario minimo nazionale a 850 € (cioè 5 € l’ora), vogliono che la legge (199/2016 contro lo sfruttamento ed il caporalato) non sia applicabile.Le nostre richieste contengono molti temi importanti che intendono migliorare le condizioni delle lavoratrici e dei lavoratori delle imprese agricole e portarle al pari degli altri settori: dalla richiesta di aumentare i permessi e i congedi, all'integrazione per la maternità e alla tutela dei lavoratori colpiti da malattie gravi fino alla tutela delle donne vittime di violenza. Più tutele per i lavoratori degli appalti, per i lavoratori delle imprese senza terra e per quelli stranieri che lavorano in Italia attraverso distacchi internazionali, un intervento a sostegno degli OTI che perdono il lavoro durante l'anno, insieme alla necessità di aumentare gli interventi a tutela della sicurezza sul lavoro. Sono stati questi alcuni dei temi sui quali ci siamo confrontati negli ultimi mesi registrando, però, pochi passi in avanti.Inoltre, abbiamo chiesto di valorizzare i temi che riguardano il collocamento, il trasporto e le azioni positive che possono essere messe in campo dalla Legge 199/2016, che agisce contro lo sfruttamento e il caporalato. Una buona legge che abbiamo fortemente voluto con iniziativeunitarie negli scorsi anni. Su questo e su altri temi, come la possibilità di riunioni in azienda, Confagricoltura, Coldiretti e Cia, hanno risposto negativamente.Destrutturare l’orario di lavoro metterebbe a rischio la contribuzione previdenziale per il calcolo della indennità di disoccupazione e non si avrebbe più alcun controllo sulla durata dell'orario giornaliero. Così come l’introduzione di un salario minimo a livello nazionale non tiene conto della struttura retributiva esistente nel settore che affida la titolarità della definizione dei salari contrattuali alla contrattazione provinciale, rischiando di determinare condizioni peggiorative sul versante salariale.Nei confronti di questo atteggiamento incomprensibile e pericoloso, e alla totale indisponibilità di discutere dell'aumento del salario, Fai, Flai e Uila hanno deciso di proclamareSciopero l'intera giornata del 15 giugno 2018Nel Veneto manifestazione Regionale aVerona in Piazza DanteDalle ore 10 alle ore 12Operai ed operaie, vi chiediamo di aderire compatti allo sciopero perché solo in questo modo riusciremo a vincere l'indisponibilità delle controparti datoriali a continuare un confronto che ci porti a difendere i vostri diritti e a vedere riconosciuti la vostra dignità di lavoratori ed il rispetto per l'intera categoria.