L’accordo sottoscritto mercoledì 28 settembre 2016 tra il Governo- rappresentato dal Ministro Poletti e dal Sottosegretario Nannicini - e Cgil Cisl Uil raccoglie molte richieste di miglioramento, nel senso dell’equità, del sistema previdenziale prodotto dalla riforma Fornero del 2012.La spesa prevista per sostenere i costi degli interventi è stata indicata in 6 miliardi di euro tra il 2017 ed il 2019.L’accordo si sviluppa in 2 fasi:
- la prima con le misure che saranno inserite nella prossima legge di Bilancio 2017;
- la seconda con gli impegni generali in materia di previdenza da trasformare in provvedimenti di legge negli anni successivi.
Gli interventi, previsti nella prima fase, sono indicati nell’Accordo nei loro termini generali e richiedono ulteriori passaggi tecnici prima di avere una loro precisa e conclusiva definizione e quindi applicazione. Vista la complessità della normativa (fiscale e previdenziale) che si andrà a modificare, gli effetti concreti di questi passaggi tecnici possono essere, in alcuni aspetti, considerevoli rispetto alle finalità enunciate nell’accordo.
PRIMA FASE
- Estensione del cumulo contributivo gratuito
- Eliminate le penalizzazioni sulla pensione anticipata
- Lavoratori precoci in pensione con 41 anni di contributi Lavori usuranti
- APE, anticipo pensionistico
- Estensione della no tax area ai pensionati
- Quattordicesima mensilità per le pensioni basse
SECONDA FASE
- Perequazione dei trattamenti pensionistici
- Nuovi interventi nel sistema contributivo
PRIMA FASE
Gli interventi inseriti nella legge di Bilancio 2017
ESTENSIONE DEL CUMULO CONTRIBUTIVO GRATUITOSenza dover pagare nulla si potranno cumulare, per ottenere una unica pensione, i contributi previdenziali versati in tutte le gestioni pensionistiche e anche il riscatto della laurea.Questa opportunità vale quindi ad esempio:
- per chi ha contributi nella gestione separata, come ad esempio i lavoratori in collaborazione, i professionisti senza partita IVA, gli amministratori;
- per i dipendenti pubblici e privati con periodi contributivi sia in Inps che Inpdap.
Sono entrambe condizioni di lavoro che riguardano moltissimi giovani.Il cumulo gratuito mantiene il diritto alla pensione calcolata sia con il sistema misto che con il contributivo puro.Attualmente questi periodi contributivi si potevano, in alcuni casi totalizzare (ma avendo una pensione calcolata tutta con il sistema contributivo) oppure ricongiungere a costi molto elevati. Il cumulo prevede che ogni gestione calcoli, con le proprie regole, la sua quota di pensione. Le diverse quote saranno quindi sommate in una unica pensione liquidata dall’Inps.
In Veneto i lavoratori interessati (contratti di collaborazione, professionisti senza partita Iva, amministratori) sono decine di migliaia e in gran parte giovani. Basti considerare che nel solo 2014 l’Inps registrava oltre 170.000 posizioni di questo tipo.
ELIMINATE LE PENALIZZAZIONI SULLA PENSIONE ANTICIPATALe penalizzazioni previste dalla legge Fornero sulle pensioni anticipate per chi ci andava con meno di 62 anni (riduzione dell’importo pari a 1% all’anno nei casi di uscita anticipata fino a 2 anni rispetto all’età pensionabile e del 2% all’anno per quelli successivi) sono definitivamente abolite.
LAVORATORI PRECOCI IN PENSIONE CON 41 ANNI DI CONTRIBUTIViene riconosciuto il diritto di pensione con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età e senza penalizzazione ai lavoratori che possono far valere almeno 12 mesi di contributi effettivi prima del compimento dei 19 anni di età e che sono in situazioni di disagio come: disoccupati senza ammortizzatori sociali, in condizioni di salute che li rendono disabili al lavoro, occupati in attività gravose.La definizione di queste 2 ultime tipologie è rinviata ad un ulteriore confronto Governo- Sindacati.
LAVORI USURANTIVengono eliminate, tra le condizioni di accesso alla pensione per lavori usuranti, le “finestre” e l’aggancio alla aspettativa di vita a partire dal 2019.Viene migliorato anche il requisito relativo alla “quantità” di lavoro usurante svolto: dal 2017 sarà sufficiente aver svolto attività usurante per metà della vita lavorativa o, in alternativa, per 7 degli ultimi 10 anni di lavoro. Sarà anche semplificata la documentazione che attesta lo svolgimento di attività usurante da parte del lavoratore.
APE, ANTICIPO PENSIONISTICOL’APE permette di andare, volontariamente, in pensione anticipata avendo 63 anni di età e almeno 20 di contributi. L’anticipo massimo previsto è di 3 anni e 7 mesi rispetto all’attuale requisito di età che è di 66 anni e 7 mesi.Con l’APE si ottiene un “reddito ponte” esente da imposte ed erogato in 12 mensilità fino alla maturazione della pensione di vecchiaia.Questo “reddito ponte” viene finanziato da una banca tramite un “prestito pensionistico”, con restituzione assicurata anche in caso di pre-morienza. Il rimborso è fissato in venti anni, a partire dalla data di pensionamento effettivo.Si potrà anche utilizzare il capitale maturato in un Fondo Pensione complementare (RITA: Rendita Integrativa Temporanea Anticipata) o il TFR accantonato in azienda.
Sono stati previste tre tipi di APE:APE agevolato: per chi è in particolari difficoltà lo Stato riconosce un bonus fiscale o un contributo economico per ridurre il carico degli oneri connessi al prestito (interessi, ecc.) e un reddito ponte minimo a intero carico dello Stato.Possono beneficiare di APE agevolato: chi ha perso il lavoro e consumato tutti gli ammortizzatori sociali, chi svolge lavoro di cura e assiste famigliari disabili non conviventi, chi per motivi di salute è in condizione di disabilità al lavoro, chi svolge attività gravose (queste 2 ultime tipologieandranno definite con un
successivo confronto tra Governo e Sindacati).
APE e imprese: i costi per il finanziamento dell’anticipo pensionistico possono essere anche a carico delle aziende se riguarda i loro dipendenti coinvolti in ristrutturazioni o crisi. In questo caso possono intervenire anche i fondi bilaterali. Il tutto deve essere previsto dalla contrattazione collettiva.
APE volontario: tutti i lavoratori, anche se non compresi nelle categorie agevolate, possono usufruire dell’APE. Se il “reddito ponte” è pari al 90% della pensione netta la rata lorda dovrebbe essere pari al 6/7 % dell’importo netto della pensione. Questo comporta che, in caso di anticipo pensionistico di 3 anni, la rata di restituzione del prestito sarà pari al 20% circa della pensione netta.La platea dei lavoratori potenzialmente interessati in Veneto è stimabile intorno ai 35mila lavoratori per il primo anno di entrata in vigore della norma. Sono infatti in media 12mila quelli che ogni anno dei tre ultimi hanno chiesto la pensione di vecchiaia.
ESTENSIONE DELLA NO TAX AREA AI PENSIONATIAumentano le detrazioni fiscali per tutti i pensionati - fino a 55mila euro di pensione all’anno - al fine di uniformare la loro No tax area a quella dei lavoratori dipendenti (8.125 euro).Attualmente, nel caso di un pensionato con un reddito di 15.000 euro lordi, la differenza delle detrazioni con un lavoratore dipendente di pari reddito è di meno 309 euro (fino ai 74 anni) e dimeno 267 euro per il pensionato dai 75 anni di età in avanti.Con l’accordo questa differenza è destinata a ridursi.
QUATTORDICESIMA MENSILITA’ PER LE PENSIONI BASSEAumenta l’importo e si allarga la platea dei beneficiari Le 14
ime attuali sono di 3 importi: 336, 420 e 504 euro (sulla base della quantità di contributi versati) e riguardano solo i titolari di pensione fino a 750 euro lordi mensili (9.786 nel 2016).L’accordo prevede due interventi:
- aumenta l’importo (ipotesi + 30%) delle 14ime già riconosciute.
- l’attuale 14ima (senza aumenti) viene estesa a tutti i pensionati che hanno una pensione non superiore ai 1.000 euro al mese (13.049 nel 2016).
Sono circa 200.000 i pensionati che già ora beneficiano della 14
ima e che quindi riceverebbero un aumento variabile dai 100 ai 150 euro.L’estensione della 14ima (importo attuale) riguarda potenzialmente invece altri 115.000 pensionati.
SECONDA FASE
Gli interventi che saranno oggetto di provvedimenti di legge successivi
PEREQUAZIONE DEI TRATTAMENTI PENSIONISTICIIl Governo si impegna a ripristinare, dal 2019, i meccanismi di rivalutazione delle pensioni per scaglioni, con un indice più rappresentativo dei consumi e a recuperare parte della mancata indicizzazione (sentenza Corte Costituzionale 70/2015).
NUOVI INTERVENTI NEL SISTEMA CONTRIBUTIVOIl confronto Governo – sindacati proseguirà su: pensioni di garanzia per il sistema contributivo; rilancio della previdenza complementare e tassazione unica tra dipendenti privati e pubblici nei fondi pensione; flessibilità nell’accesso alla pensione contributiva; modificare l’adeguamento dei requisiti pensionistici alla aspettativa di vita per alcune categorie di lavoratori, così come raccomandato a livello europeo; tutelare sotto il profilo previdenziale il lavoro di cura. Documento realizzato in collaborazione conVanna Giantin e Graziano De Munari.Fonte dati: INPS