Categoria: News Fai | 19-10-2018
Si è aperta ieri qui nel veronese, a Pacengo di Lazise, la due giorni di seminario delle Fai del Nord sulla tutela dinamica e articolata del lavoratore agroalimentare presentate e coordinate da Ludovico Ferro (Ricerca, formazione, comunicazione, Fai Veneto)A dare inizio ai lavori Andrea Zanin, Segretario Regionale Veneto che dopo i saluti del caso ha lasciato spazio al Professor Claudio Besana, professore di storia economica presso l'Università Cattolica di Milano che ha parlato dei fondamenti culturali della Cisl, della Fai e dell'innovazione nel sindacato. Successivamente, dopo i saluti di Onofrio Rota, Segretario Generale Nazionale della Fai, si è proseguito con il professor Marco Bettiol, professore di economia e gestione delle imprese presso l'Università degli studi di Padova che ha affrontato il tema di come cambia la strategia d'impresa al tempo della quarta rivoluzione industriale.Nella seconda giornata, con il professor Gabriele Canali, professore di economia e politica agroalimentare presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, si sono approfondite le dinamiche della quarta rivoluzione industriale e la filiera agroalimentare.Dagli spunti lanciati dal Professore e dopo un ampio dibattito si è arrivati a conclusione che le imprese, agricole ed agroindustriali, devono specializzarsi, servono nuove figure sempre più professionali e occorre che le filiere produttive interagiscano sempre più con il mondo della ricerca per poter ottimizzare le necessità. In agricoltura l'innovazione richiede sistemi di monitoraggio e prodotti, anche chimici, che diano la maggior qualità possibile cercando di tener presente l'impatto con l'ambiente ed i costi che si devono affrontare, in industria una grande sfida è quella di un packaging sempre più ecosostenibile per affrontare il problema dello smaltimento della plastica sempre più sentito e altamente inquinante. Dall'altra parte le Istituzioni devono individuare nel singolo territorio di competenza, le figure professionali necessarie per le imprese e mettano in campo corsi di formazione, scuole con le quali andare a formare i lavoratori del domani. In passato lavorare in agricoltura, per esempio, non faceva tendenza, colpa del sistema, di noi stessi genitori che abbiamo spinto i nostri figli a continuare gli studi e a cercare poi un lavoro più "importante", adeguato agli studi fatti tralasciando tutti quei settori dove ancora oggi si fatica a trovare manodopera, anche nelle stesse fabbriche, nei panifici dove il lavoro è dettato da orari impegnativi e flessibilità imposte. I giovani ancora oggi cercano lavori meno faticosi e più redditizi, anche in autonomia, dove il singolo si gestisce per ottimizzare i tempi lavorativi con la propria vita. La gestione della rivoluzione industriale, quindi, comporta la riqualificazione dei lavoratori, con la formazione nella specificità della filiera. In tutto ciò anche il Sindacato ha un ruolo importante come filo conduttore delle esigenze tra imprese e lavoratori.Seconda parte della mattinata, che ha portato alla conclusione dei lavori, incentrata in una tavola rotonda con i dirigenti dei alcune aziende del settore agroalimentare industriale per affrontare il tema "Contrattazione e Innovazione: una tutela dinamica e articolata del lavoratore agroalimentare". Sono intervenuti per la Segreteria Nazionale della Fai Attilio Cornelli e, sotto la moderazione del Professor Aldo Carera della Fondazione Pastore e docente dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, per le Aziende il Dott. Zatti per la Parmalat, il Dott. Allegri per il Gruppo Veronesi e il Dott. Prego per la Heineken. Si è parlato nello specifico anche delle relazioni sindacali all'interno delle singole aziende, in termine di contrattazione di secondo livello e welfare aziendale oltre che di formazione e specificità dei lavoratori, con le sfide future da affrontare assieme.